Psicoterapia: come difendersi dalle truffe

Freud psicoterapiaFreud la chiamava Cura delle Parole (talking cure). Chiedeva ai suoi pazienti, comodamente distesi su un divano, di parlare spontaneamente e creare libere associazioni di pensiero. E’ passato più di un secolo e la psicoterapia si è diffusa come pratica scientifica finalizzata al benessere dell’individuo e dunque della società, arrivando anche a scardinare la credenza popolare che attribuiva un’indole folle o disadattata a chi vi si sottoponesse.

Quello della “cura attraverso le parole” non è un processo semplice da comprendere. “Ma come, paghi uno per parlarci? E poi?”. Forse anche per questo da sempre si ironizza sul fatto che, visto che la psicoterapia utilizza le parole e le parole appartengono a tutti, allora tutti (o meglio, chi più chi meno a seconda di una presunta sensibilità) sono un po’ psicologi!

Un sillogismo originale. E spesso rischioso.

Per un motivo molto semplice. E cioè che Freud allora e gli psicoterapeuti oggi, su quelle parole, ci lavorano. E con degli obiettivi ben precisi, concordati, soggettivamente importanti per la persona che hanno davanti; obiettivi che magari nemmeno condividono, ma quello della psicoterapia non è certo il luogo del giudizio.

Fortunatamente, oggi il concetto di “guarigione” in ambito psicologico è ormai superato. La psicoterapia rende possibile un cambiamento, aiuta a trovare modi nuovi di affrontare situazioni difficili; si occupa della persone nella loro globalità, non solo del loro disagio.

Quasi a voler sottolineare che alle persone e alla loro complessità non si può applicare il tradizionale modello medico “malattia-cura-guarigione” come se fossero un organo del loro corpo. Quasi a voler dimostrare che tra un profondo disagio e un ritrovato benessere c’è molto più di uno sfogo, o di una confidenza, o di un buon consiglio che può venire da chiunque altro.

Non è un processo semplice da capire e neanche da spiegare, tanto più quando a fare confusione sono gli stessi professionisti. E’ un fenomeno purtroppo comune: dai colleghi psicologi che parlano di terapia senza essere psicoterapeuti, ai counsellor che parlano di diagnosi e trattamento. Un caso emblematico si è verificato a Cagliari, dove il famigerato Groupon ha promosso “sedute di psicoterapia” a basso costo (corretto dopo le prime segnalazioni in “sedute di coaching” e infine rimosso e rimborsato) proposte da una persona con una laurea triennale in Psicologia, quindi priva anche dell’abilitazione alla professione.

Chi decide di iniziare una psicoterapia sceglie di investire il proprio tempo, i propri soldi e soprattutto la propria fiducia per cercare di uscire da una situazione che non riesce più a reggere. E’ normale e comprensibile cercare di unire l’utile all’economicamente sostenibile. Non dimentichiamo però che spesso dietro alla svendita di un servizio si nasconde una bassa qualità; a volte addirittura la consapevolezza di non avere i titoli per proporre quel tipo di servizio.

Verificate innanzitutto che il professionista sia iscritto all’Albo degli psicologi e psicoterapeuti (basta consultare l’Albo online). Inoltre informatevi in merito alla sua formazione e alle esperienze professionali, contate sul passaparola laddove vi fidate di chi ve lo consiglia

La psicoterapia è un investimento su se stessi e sul proprio futuro. Non ricorrervi o affidarsi al professionista sbagliato significa non darsi la possibilità di vivere meglio.