Depressione

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La depressione rappresenta una condizione di vita nella quale la tristezza, sentimento comune e fisiologico all’essere umani, diventa così pervasiva e intensa da bloccare il normale funzionamento di una persona e la sua crescita personale.

I pensieri che caratterizzano la depressione hanno un valore soggettivo e cambiano da persona a persona. Hanno una connotazione fortemente negativa; includono sentimenti di inquietudine, rassegnazione, sfiducia, impotenza e autosvalutazione, delusione, sconforto, pessimismo sul futuro e negativismo sul presente. La depressione è caratterizzata dalla perdita di interesse e motivazione per le normali attività, da irregolarità del sonno e dell’alimentazione, da somatizzazioni (cefalea, gastriti, dolori alla schiena, ecc.) e dalla tendenza ad isolarsi e a mantenere relazioni definite intorno al tema depressivo.

A volte la depressione si nasconde dietro una facciata di apparente spensieratezza. Persone particolarmente attive e disponibili, dedite al lavoro e agli altri si ritrovano incapaci di fermarsi e di vivere tempi vuoti che sarebbero riempiti da malinconia e sensi di colpa.

Il sentimento di vuoto e la perdita di senso che caratterizzano la depressione sono gli strumenti più potenti che la mente utilizza per sottrarsi ad una condizione di sofferenza psichica legata ad un “qualcosa” che fa male ma a cui, volenti o nolenti, ci si sta esponendo con ostinazione.

Un sostegno farmacologico potrebbe risultare utile per un periodo ma non sul lungo termine. La psicoterapia rappresenta lo strumento più efficace. Pertanto, se i momenti di tristezza e malinconia sono sempre più frequenti e durevoli, o se si è semplicemente preoccupati per ciò che si sta provando, sarebbe opportuno consultare uno psicoterapeuta.


 “Il depresso è un’anima instabile, luttuosa,morta.
Non ci vuole molto ad essere depressi.
Basta un po’ di luna storta, un vento che non è gradevole,
una donna non sincera, qualche colpo di sfortuna.
Il depresso è cavilloso, anomalo, iettatore.
Fa finta di cantare ma in effetti si lamenta.
Il depresso può avere anche un amico,
un poveraccio incolpevole, che si da un gran da fare per vederlo sorridere.
Ma il depresso no, non ride, e l’amico volenteroso finisce per morire sconfitto.
Il depresso è come un vigile urbano 
sempre fermo sulla sua catastrofe.
Si comuncia da bimbi ad essere depressi,
da grandi si diventa perfidi.
Il depresso non se ne accorge 
e intorno a lui muoiono persone
che tentano di salvarlo e finalmente,
dopo aver distrutto un intero mondo di eroi,
il depresso rimane felice: è finalmente libero.
Il depresso ti annienta, ti uccide,
ma finalmente ride”.
 
Alda Merini