Come si struttura un percorso psicoterapeutico?

La risposta ad una richiesta di appuntamento, in seguito a contatto telefonico o via mail, viene data in tempi rapidi.

Il primo colloquio rappresenta un momento importante di incontro e rientra a pieno titolo nella terapia. Evidentemente, l’intervento non avviene in modo diretto sul problema ma è finalizzato all’avvio di una relazione terapeutica che risulti funzionale al lavoro. Nella prima fase, si cerca di capire la natura del problema e di contestualizzarlo all’interno della situazione di vita della persona; questo consente di definire in maniera chiara gli obiettivi che si intendono perseguire. Da qui si gettano le basi per la costruzione di un progetto terapeutico condiviso, dove insieme si definiscono tempi e modi. Ciascuna delle due parti coinvolte avrà un ruolo attivo nel perseguimento degli obiettivi identificati.

L’attività clinica viene infatti intesa come un dialogo tra due esperti. Da una parte lo psicologo/psicoterapeuta, esperto dei processi e delle strategie di cambiamento finalizzati al benessere. Dall’altra il paziente, esperto della propria persona sia in termini di difficoltà che di risorse.

Il percorso terapeutico sarà più efficace quando ciascuna parte mette a disposizione dell’altro le proprie competenze per perseguire obiettivi comuni. Alla base c’è la consapevolezza che la vita delle persone si svolge fuori dallo studio. Il lavoro clinico dovrà necessariamente fornire strumenti concreti per muoversi più serenamente e con maggiore efficacia nei propri contesti di vita.

Al termine del percorso terapeutico, il terapeuta propone colloqui di controllo a 3 o 6 mesi per valutare che il cambiamento ottenuto si sia consolidato nel tempo.