Disturbi dell’alimentazione

I disturbi del comportamento alimentare rappresentano una sfida complessa e multidimensionale, che coinvolge non solo gli aspetti corporei, ma anche profondi elementi psicologici e relazionali. L’approccio della psicoterapia interazionista si rivela particolarmente efficace nell’affrontare i disturbi dell’alimentazione, poiché si concentra sulle dinamiche relazionali interpersonali dentro cui essi si generano e sul contesto familiare e sociale nel quale la persona vive e che contribuisce ad alimentarli.

La manifestazione sintomatica alimentare non viene considerata semplicemente come un problema personale da risolvere, ma come espressione di un malfunzionamento del sistema relazionale d’appartenenza e può riflettere conflitti, tensioni o disarmonie nelle dinamiche familiari o relazionali più ampie. In questa prospettiva, intervenire solo sul sintomo alimentare senza svelarne i meccanismi sottostanti e senza affrontare le implicazioni di un’apertura ad un cambiamento percepito come minaccioso può portare a miglioramenti solo temporanei o alla sostituzione, difficile da cogliere all’occhio inesperto, di una sintomatologia con un’altra.

La terapia aiuta a svelare le emozioni sottostanti, le paure e i conflitti che si manifestano attraverso il controllo esercitato sul cibo, permettendo alla persona di esplorare e comprendere le proprie esperienze in un ambiente sicuro e supportivo. Il lavoro terapeutico si basa sulla creazione di una relazione empatica e autentica tra il terapeuta e la persona. Tale relazione fornisce uno spazio protetto in cui la persona può esprimere liberamente le proprie emozioni e i propri pensieri, senza timore di rivivere la pressione del giudizio (reale o presunto che sia) che accompagna quasi costantemente la sua esperienza nel mondo. Attraverso il dialogo e l’analisi delle dinamiche relazionali, la persona può iniziare a riconoscere e affrontare le proprie vulnerabilità, lavorando verso un cambiamento profondo e duraturo.